Nel Caso Pittelli ora finiscono pure gli sfoghi di Sgarbi e gli articoli di Sansonetti… A quando quelli con Barbara D’Urso? (Da L’Italiano)
dalla Redazione Catanzarese del Quotidiano l’Italiano
CATANZARO – Enrico Seta coordinatore del Movimento Pro Pittelli ha rilasciato la seguente dichiarazione a conclusione dell’udienza prevista in Tribunale perché ci si esprimesse in merito all’eventuale ritorno in carcere dell’ex senatore in attesa di giudizio di primo grado e comunque innocente sino a sentenze passate in giudicato.
“Si è svolta oggi 22 marzo l’udienza ma è durata pochi minuti. – ha precisato il dott. Seta – La Procura infatti aveva prodotto nel pomeriggio di ieri nuovi elementi a carico di Giancarlo Pittelli, che (a parere della Procura) ne aggraverebbero la posizione.
Gli avvocati difensori hanno chiesto quindi del tempo per esaminarli ed è stato accordato un rinvio dell’udienza al 5 aprile.
La cosa davvero singolare – ha tenuto a evidenziare il dott. Enrico Seta – è rappresentata dalla natura dei più significativi di questi nuovi elementi: alcuni articoli pubblicati su un quotidiano nazionale (il Riformista) e alcuni brevi video dell’On. Sgarbi. (!!!)
Siamo fiduciosi nell’equilibrio e nella competenza dei magistrati che dovranno valutare questi “nuovi elementi”. – ha concluso Seta – Tuttavia, rimane oggettivamente difficile per noi capire quale attinenza possano avere articoli del Riformista e video di un deputato rispetto alla necessità di aggravare o meno la misura cautelare di Giancarlo Pittelli.
Aspettiamo il 5 aprile! Forse riusciremo a capire qualcosa che oggi ci sfugge.“.
Dunque ancora una quindicina di giorni di “suspense” per questo “tira e molla” giudiziario dietro il quale si celano evidenti interessi mediatici. In molti si chiedono che cosa sarebbe stata l’inchiesta “Rinascita Scott” senza la partecipazione di un calibro politico e professionale quale quello dell’avv. Giancarlo Pittelli tirato dentro e accusato di tutto (e anche di nulla) sulla base di immagini che lo ritraggono in compagnia dei suoi assistiti (cioé di clienti difesi in tribunale come si conviene a qualsiasi buon penalista) e di conversazioni frutto di intercettazioni trascritte e interpretate con poca serena obiettività, con gli stessi malavitosi con cui ha intrattenuto rapporti professionali.
Se questo dovesse bastare a farlo tornare in carcere sono tanti (almeno tremila quelli che hanno firmato la petizione per la sua libertà) a ritenere incredibile la vicenda di questo caso che negli anni a venire sarà sicuramente ricordato come un episodio di “Ingiustizia all’italiana”.
- Posted by riformagiustizia
- On Marzo 22, 2022
- 0 Comment