La Camera Penale di Catanzaro controreplica all’Anm: “Risposta decentrata rispetto ai temi sollevati” (da Calabria7)

“Apprendiamo dagli organi di stampa la risposta della locale Sezione di Anm, relativa  alla nota inviata al Presidente del Riesame (e per conoscenza al Presidente del Tribunale). Secondo la Giunta sezionale sarebbe stata «messa in dubbio l’imparzialità, la terzietà e l’indipendenza dei giudici del Riesame». A noi pare che l’Anm non si confronti con il cuore del problema posto dagli avvocati penalisti”. È la controreplica del consiglio direttivo della Camera penale di Catanzaro alla nota diffusa dall’Associazione nazionale magistrati (LEGGI QUI).

“Preme evidenziare, innanzitutto, che il tema dell’indipendenza e della serenità del giudice (non solo quelli del Riesame di Catanzaro) stia talmente a cuore all’avvocatura penalista italiana, a tal punto da averla posta al centro dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, da poco conclusasi. Lo scritto, a differenza di quanto contestato nella nota dell’Anm, muove da due dati oggettivi assolutamente in possesso dell’avvocatura: i lunghi tempi necessari alla fissazione degli appelli cautelari proposti dai difensori (diversi mesi e, in merito, molteplici sono state le segnalazioni pervenute alla Camera Penale di Catanzaro) e la rapidità (solo 24 ore) con la quale si è proceduto a fissare la data per l’appello cautelare proposto dall’Ufficio di Procura nella vicenda che interessa l’avvocato Pittelli. In questo caso – proseguono – il fatto sarebbe ancor più grave, perché manifesterebbe un’accelerazione ad personam), oppure, come crediamo (e vogliamo continuare a credere), detta corsia preferenziale è riservata indistintamente agli appelli -tutti- del requirente”.

“Ritenevamo doveroso chiarire, laddove ce ne fosse bisogno, il senso delle nostre dichiarazioni e fornire tali precisazioni, che si inseriscono nel solco della lealtà che ha sempre contraddistinto l’operato della Camera Penale di Catanzaro, sideralmente lontano da qualunque intento polemico o volontà di “inquinare il clima di serenità in cui deve svolgersi l’esercizio della funzione giurisdizionale”,  ma semmai desiderosi di porre rimedio a una rilevata asimmetria tra le parti, che si pone in antitesi – concludono – con i principi regolatori del giusto processo”.

  • Posted by riformagiustizia
  • On Febbraio 25, 2022
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