Rinascita Scott. L’avv. Staiano smonta le accuse contro Pittelli: “Ha solo esplicitato il suo mandato” (da L’Italiano)
dalla Redazione Calabrese del Quotidiano l’Italiano
LAMEZIA TERME – Il controesame sostenuto dall’avvocato Salvatore Staiano – difensore, dell’ex senatore avv. Giancarlo Pittelli e del boss di Tropea Tonino La Rosa – nell’aula bunker lametina praticamente vuota e priva di qualsiasi appeal mediatico – nei riguardi del tenente colonnello dei Carabinieri Giovanni Migliavacca, comandante del Ros di Catanzaro, firmatario di alcune informative che rappresenterebbero in teoria i punti di forza dell’accusa prodotta dal pool di Nicola Gratteri, ha segnato sicuramente alcuni punti a favore della Difesa.
L’avv. Staiano ha ravvisato notevoli incongruenze tra le trascrizioni intercettate degli uomini dei Ros e quelle operate dai periti del Tribunale.
Staiano ha inoltre porto domande precise sui rapporti esistiti tra Giovanni Giamborino e un «tale Ceravolo» e sul deposito e sulla verbalizzazione delle dichiarazioni rese da Andrea Mantella, il collaboratore di giustizia che avrebbe dovuto – secondo l’accusa – chiudere il cerchio sulle accuse all’ex senatore.
Per il colonnello Migliavacca «Da luglio 2016 fino ai mesi successivi c’è una serie di captazioni che ci ha fatto ipotizzare che ci fosse stata un’azione da parte dell’avvocato Pittelli per conoscere quello che Mantella stava dichiarando per riportarne il contenuto a Luigi Mancuso. Io non conosco la data in cui furono depositati nel processo Black Money – ha stigmatizzato il capo dei Ros catanzaresi – ma il riferimento nelle intercettazioni era al contenuto dei verbali omissati».
Per l’agguerrito avvocato Staiano «Se il 29 luglio dice a Luigi Mancuso che ci sono verbali omissati e Mancuso gli ha dato incarico di difenderlo, e poi se il 20 luglio 2016 c’è stato l’avviso di deposito e il 23 luglio successivo il deposito nel processo Black Money, quando Pittelli dice “vedrò cosa posso sapere”, questo rientra nell’esercizio legittimo del mandato difensivo… E allora in base a quale dato di fatto abbia avuto o visto verbali secretati?».
Nella gigantesca aula bunker dove era assente la maggior parte della stampa nazionale, che evidentemente ha già perso interesse nel dibattimento del processo annunciato con clamore e l’eco di un evento straordinario nella lotta contro la criminalità organizzata, si è delineata l’esilità delle prove su cui poggia il teorema dell’accusa.
La posizione processuale dell’avvocato Giancarlo Pittelli, “imputato per l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa” si baserebbe sulla ricerca e consegna dei segreti sulle dichiarazioni del pentito chiave al boss Luigi Mancuso. Tuttavia – secondo Staiano – tutto ciò che Pittelli conosceva e avrebbe potuto riferire su Mantella era azione legittima rientrante nell’esercizio di un normale mandato defensionale.
Per la pubblica accusa invece, la ricerca dei verbali del collaboratore non si fermava a ciò che era stato depositato nei processi ipotizzando che sarebbe andata oltre gli omissis. Dunque una teoria, un’ipotesi mentre…
…. Per il colonnello Migliavacca: «Secondo la condotta che emergeva dalle nostre intercettazioni abbiamo ipotizzato fosse finalizzata alla conoscenza di “qualcosa di ulteriore”. Noi non abbiamo mai sostenuto che Pittelli portasse un fascicolo pieno di verbali a Mancuso, noi abbiamo sostenuto che si fosse attivato per portare informazioni su qualcosa di ulteriore. Noi non abbiamo visto che siano stati consegnati verbali, fogli di sintesi o altro. Noi sappiamo che era continua la ricerca di informazioni per sapere cosa ci fosse sotto gli omissis».
Se questa argomentazione può essere considerata la “Pistola fumante” che inchioderebbe Pittelli quale colpevole del reato di “concorso esterno in associazione mafiosa”, per chi ha seguito le fasi processuali, tra l’altro con punte di “spettacolo” giurisprudenziale tra difesa e accusa, in molti si sono domandati come potranno essere valutare dalla magistratura giudicante…
Il penalista, ha poi insistito sui criteri di selettività da parte delle aziende scelte per coordinare le indagini della polizia giudiziaria nell’ambito delle intercettazioni. Staiano, secondo i cronisti esperti di cronaca giudiziaria punterebbe a sollevare profili tecnici-giuridici di nullità sul lavoro degli inquirenti. Tra le sue “stoccate” quella sulle intercettazioni acquisite da Rcs, azienda finita sotto la lente d’ingrandimento della magistratura inquirente per il caso Palamara, e ha poi indicato “Innova” evidenziata da indagini del pm napoletano esclusa dalle ditte accreditate dalla Procura di Catanzaro come da nota vergata dal procuratore Nicola Gratteri.
- Posted by riformagiustizia
- On Febbraio 28, 2022
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