Rinascita Scott, Dda Catanzaro propone appello al Riesame: “Pittelli torni in carcere”
La Dda di Catanzaro ha proposto appello al Tribunale del Riesame perche’ venga disposta la riapplicazione della custodia cautelare in carcere a carico dell’avvocato Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di ForzaItalia, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo “Rinascita Scott” contro le cosche vibonesi in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme.
L’appello della Dda, sottoscritto dal Procuratore Nicola Gratteri e dai sostituti Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso, e’ finalizzato a chiedere la revoca della decisione presa il 9 febbraio scorso del Tribunale di Vibo
Valentia di concedere i domiciliari a Pittelli, gia’ detenuto nel carcere di Melfi (Potenza).
Secondo la Procura, il Tribunale di Vibo Valentia ha deciso sulla scarcerazione di Pittelli “senza nemmeno attendere
l’intero decorso dei due giorni successivi previsti affinche’ l’ufficio del Pubblico ministero esprimesse il suo parere”.
Parere che, “qualora fosse stato atteso – sostiene la Dda – avrebbe consentito al Tribunale di Vibo Valentia di valutare
anche i contenuti dell’informativa” dei carabinieri del Ros di Roma “dalla quale si puo’ agevolmente evincere – afferma ancora
la Procura distrettuale – come non si sia aggravato soltanto il quadro indiziario a carico di Pittelli, ma anche quello delle
esigenze cautelari”.
Sono tre le motivazioni sulle quali l’accusa fonda l’appello: “avere trasmesso una missiva ad un soggetto terzo”, cioe’ al
ministro Mara Carfagna, violando cosi’ “il divieto d’interlocuzione con soggetti diversi da quelli con lui conviventi”; il coinvolgimento di Pittelli nell’inchiesta “Mala Pigna” della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e la cosiddetta “truffa dei diamanti” in cui l’ex parlamentare e’ coinvolto.
La Dda fa anche riferimento ad un’informativa di reato della Guardia di finanza di Catanzaro, depositata il 5 novembre del 2021, riguardo la gestione della societa’ “AT Alberghiera Turistica”. In questa vicenda Pittelli, “socio e amministratore di fatto – sostiene la Dda – della societa’, a partire dal 2018 aveva posto in essere condotte distrattive, che, in presenza di una dichiarazione di fallimento, integrano il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione, in danno del creditore
(nel caso di specie, la Regione Calabria).
La reazione Apprendiamo ora che, secondo la Procura distrettuale di Cz, le peregrinazioni di Giancarlo Pittelli fra supercarceri e arresti domiciliari (con varie tappe di andata e ritorno) non finiscono qui, anzi dovrebbero al più presto riprendere, con un nuovo invio in carcere (chissà questa volta per quale nuova città italiana!). ‘Il suddito Pittelli sia rispedito in cella!’ Infatti la procura ha impugnato l’ordinanza del 9 febbraio con cui Giancarlo veniva inviato di nuovo si domiciliari”. Lo fa sapere il Comitato per Pittelli tramite Umberto Baccolo al quotidiano online Spraynews.it, “Il 22 marzo il giudice dell’appello dirà se questa richiesta grottesca è da accogliere o piuttosto da respingere come atto di manifesta irragionevolezza e di sfida al buon senso e ai sentimenti di umanità più elementari. Con atti del genere la giustizia mostra il suo volto più truce e più distante dai sentimenti delle persone comuni, le quali mantengono chiara in mente la distinzione fra un giusto processo (in un regime di democrazia) e una catena di rabbiosi atti persecutori. La nostra mobilitazione e la nostra solidarietà sono oggi più che mai necessarie! Per far sì che umanità e buon senso non siano definitivamente travolti”, prosegue il Comitato per Pittelli.
- Posted by riformagiustizia
- On Febbraio 22, 2022
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