Rinascita Scott, la Dda di Catanzaro non molla: “Pittelli in carcere” (da Calabria 7)

di Gabriella Passariello- Non molla la Dda di Catanzaro di fronte al provvedimento emesso dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presidente Gilda Danila Romano, a latere Germana Radice e Francesca Loffredo, che accogliendo l’istanza avanzata dai legali Salvatore Staiano e Guido Contestabile, (viste anche le sue precarie condizioni di salute documentate in atti), ha disposto la misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del noto penalista Giancarlo Pittelli, imputato in Rinascita Scott per concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione e utilizzazione del segreto di ufficio, abuso di ufficio (LEGGI QUI). Il procuratore capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri e i suoi sostituti Andrea Mancuso, Annamaria Frustaci e Antonio Di Bernardo hanno proposto appello dinnanzi al Tribunale della Libertà tenendo conto di una serie di elementi e non solo della violazione agli arresti domiciliari per aver inviato una lettera al ministro Carfagna in cui l’ex parlamentare di Forza Italia esterna tutta la sua disperazione. “Sono detenuto in ragione di accuse folli formulate dalla Procura di Gratteri e dalla giurisdizione asservita. L’accusa di concorso esterno rimasta in piedi nei miei confronti- scrive alla Carfagna-  consisterebbe nell’avere rivelato ad esponenti della cosca di ‘ndrangheta denominata Mancuso il contenuto dei verbali secretati delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Andrea Mantella. L’indizio sarebbe rappresentato dal contenuto di una conversazione captata nel corso della quale, il 12 settembre 2016 io, interloquendo con un cliente, ho affermato: ‘dice (dicunt) che ha scritto (il pentito) una lettera alla madre” e che accusa il fratello . La Cassazione che come sai meglio di me è il giudice del provvedimento e non di merito ha preso atto del fatto che dalla lettera scritta dal pentito alla madre, i quotidiani calabresi ne avevano già parlato alcune settimane prima del 12 settembre 2016 (…). Aiutami in qualunque modo. Io vivo da due anni in stato di detenzione, finito professionalmente, umanamente e finanziariamente”. La lettera si chiude con un numero di telefono dato da Pittelli alla Carfagna ricordandole che “le tue telefonate come ben sai sono tutelate ex articolo 68 anche se… talvolta qualcuno se ne dimentica di proposito”. Missiva  inoltrata con raccomandata del 12 ottobre 2021 dal penalista al Ministro per il sud e la coesione territoriale, trasmessa poi alla Questura di Catanzaro dall’Ispettorato di Pubblica sicurezza di Palazzo Chigi  e depositata alla Dda del capoluogo calabrese (LEGGI QUI). 

Dda: “Domiciliari senza alcuna giustificazione”

La Dda ritiene che l’ordinanza dei giudici del collegio di Vibo sia solo apparentemente motivata, fondandosi su un’asserita attenuazione delle esigenze cautelari, che “aldilà di qualche generica frase di stile è assolutamente priva di concreto contenuto. Nessun elemento di novità viene valorizzato dal Tribunale per giustificare il mutamento della valutazione del quadro delle esigenze cautelari, se non il riferimento al lasso di tempo nel frattempo intercorso, in realtà pari a nemmeno due mesi dalla riapplicazione della custodia cautelare”. La Dda nel proporre appello valuta diversi profili che vanno oltre la mera violazione delle prescrizioni: Pittelli è indagato in Malapigna dai colleghi di Reggio per concorso esterno con l’associazione mafiosa dei Piromalli, è imputato per riciclaggio nell’ambito della più ampia inchiesta della Procura di Milano, sulla truffa milionaria dei preziosi e poi c’è anche un’informativa della Guardia di finanza che potrebbe metterlo nei guai.

 L’intercettazione tra Pittelli e il re dei diamanti

Tra il 28 gennaio e il 20 febbraio 2019 Nicolò Pesce, uno degli imprenditori finiti nel mirino della Procura di Milano, arrestato il 25 giugno dell’anno scorso e rimesso in libertà qualche giorno dopo per un vizio di forma, viene intercettato con l’avvocato catanzarese Giancarlo Pittelli, legale di Maurizio Sacchi, “il re dei diamanti”, titolare della Dpi, la Diamond Private Investments, finito in manette il 3 luglio 2020. Dpi è una delle due principali società che vendevano diamanti alle banche controllando insieme circa il 70% delle compravendite. Il 19 febbraio 2019 Pittelli riferiva a Pesce: “Dpi sequestrata questa mattina, un gran casino. C’è anche il riciclaggio, quindi fai attenzione. La questione di Sacchi è molto molto seria e lui non capisce nulla” e Pesce replicava: “Lui deve stare fermo e zitto adesso” (LEGGI QUI).

Un tesoro da un milione di euro

Secondo le ipotesi di accusa che ha portato la Procura di Milano a chiedere il processo per Giancarlo Pittelli, Carlotta Bax, Cristian De Boni, Giovanni Pesce con Maurizio Sacchi e Nicolò Maria Pesce (posizioni queste stralciate), gli imputati avrebbero trasferito una serie di somme, provento di truffa, concorrendo a far transitare questi soldi dai conti correnti di Magifin spa e Magifin Immobiliare srl, sui conti delle società Kamet Advisory srl e ad altre società del Gruppo Grenade, compiendo operazioni tali da ostacolare e quindi coprire la provenienza illecita di questi soldi. In particolare Giancarlo Pittelli, socio al 50 % delle quote sociali della Sarusi srl (del gruppo Granade) fino al 6 giugno 2019, quote poi cedute ad un membro di famiglia, avrebbe ricevuto un bonifico di  300mila euro dal conto corrente Caraparma della  Kamet Advisory srl disposto il 27 dicembre 2018 con causale finanziamento infruttifero; sul conto corrente della Sarusi srl e della Migifin Immobiliare altri 250mila euro per finanziamento in conto aumento capitale sociale; 50mila euro con causale finanziamento soci e altri 400mila euro con causale prestito soci, bonifici effettuati l’11 luglio, il 5 ottobre e il 23 ottobre 2018, per un totale complessivo di un milione di euro.

Si indaga per bancarotta Fraudolenta

In un’informativa scottante depositata in Procura dal Nucleo di Polizia economico finanziaria di Catanzaro e confluita negli atti di Rinascita Scott si parla di distrazione di fondi regionali, trasferimento della titolarità di un immobile da una società in dissesto economico ad un’altra, un terreno a Stalettì, nel Catanzarese, avente come dominus sempre la stessa persona(LEGGI QUI). Carteggio in cui si chiede alla Procura di verificare l’esistenza dell’ipotesi di bancarotta fraudolenta nei confronti dell’ex parlamentare di Forza Italia. Dall’informativa emergerebbe che Pittelli, già socio della A. T. Alberghiera Turistica srl (le cui quote sarebbero state formalmente cedute ad un membro della sua famiglia, pur rimanendo il penalista socio ed amministratore di fatto della struttura societaria) a partire dal 2018, avrebbe distratto una somma cospicua alla Regione Calabria. Si parla di oltre un milione di euro sottratto all’Ente, privato della possibilità di rivalersi sul terreno censito al catasto del Comune di Stalettì, frazione  di Copanello, l’unico bene, quindi, sul quale il creditore avrebbe potuto esercitare l’azione restitutoria per soddisfare l’ingente debito scaturito da un finanziamento pubblico, finalizzato alla realizzazione del villaggio turistico nella stessa località balneare, percepito dalla società di Pittelli senza tuttavia realizzare alcuna opera. In particolare le acquisizioni investigative in atti avrebbero evidenziato, in base a quanto riportato nella richiesta di aggravio di pena, vergata dal pm Annamaria Frustaci, che inizialmente tramite la A. T. Alberghiera, sarebbe stato richiesto e ottenuto un finanziamento pubblico, previsto nel Por Calabria 2000-2006, per la realizzazione di una struttura ricettiva nel Comune di Stalettì, per complessivi 4.402.431,49 di cui, 880.486,29 euro effettivamente percepiti, successivamente sarebbe stata disposta la revoca del contributo, visto che la struttura recettiva non è stata realizzata. Tutta una serie di motivazioni che verranno vagliate dai giudici del Riesame di Catanzaro il prossimo 22 marzo, giorno in cui la Dda chiederà l’annullamento della misura cautelare agli arresti domiciliari per ottenere il carcere nei confronti del noto penalista.

  • Posted by riformagiustizia
  • On Febbraio 21, 2022
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